Il Giardino di Ninfa, un’oasi di fama mondiale immersa fra storia e natura

Scorcio del Giardino di Ninfa
Scorcio del Giardino di Ninfa

Alla scoperta di un lussureggiante giardino dalla storia travagliata che si intreccia con le vicende medievali della regione che lo ospita.

Realizzato sui resti di un’antica città medievale, il Giardino di Ninfa è un piccolo paradiso naturalistico nell’Agro Pontino che merita di essere visitato durante un soggiorno nella Capitale. Attraversato da piccole cascate e ruscelli cristallini, esso costituisce un habitat di particolare interesse floristico e faunistico, un’oasi ideale per una giornata di relax a contatto con la natura.

Dichiarato monumento naturale dalla Regione Lazio nel 2000, «il giardino più bello e romantico del mondo» secondo il New York Times si estende per oltre 8 ettari sulle rovine dell’antica Ninfa, città fluviale di epoca romana. Il suo nome è legato a un tempio dedicato alle ninfe Neiadi, divinità delle acque sorgive, e situato presso il lago dal quale sgorga il fiume omonimo che sfocia nel mar Tirreno.

Nel XII secolo Ninfa divenne un fiorente borgo medievale con torri, palazzi e ben nove chiese: due fuori le mura e sette all’interno. Oggi rimangono le vestigie di cinque di esse, i cui affreschi furono distaccati nel 1971 per essere conservati nel castello Caetani di Sermoneta: San Giovanni, San Biagio, San Pietro fuori le mura, San Salvatore e Santa Maria Maggiore. Contesa per oltre 100 anni con i Borgia, nel 1298 Ninfa fu acquistata da Benedetto Caetani – noto ai più come Papa Bonifacio VIII – per il nipote Pietro II, segnando l’inizio della presenza di questa importante famiglia nel territorio pontino e lepino. Nel 1382 la cittadella fu saccheggiata e distrutta a causa di lotte dinastiche, mentre un’epidemia di malaria la rese per secoli una città fantasma.

Il lungo periodo di decadenza cui andò incontro Ninfa si interruppe solo alla fine dell’Ottocento, quando i Caetani ritornarono sui possedimenti da tempo abbandonati e bonificarono ciò che ormai era ridotto a una palude. Nel 1921 Gelasio Caetani decise di trasformare quei ruderi in un giardino all’inglese, rispettando e integrando i resti medievali. Vennero piantati così i primi cipressi, lecci e faggi, oggi maestosi, rose in gran quantità, e si restaurò parte delle rovine, come il palazzo baronale – l’antico municipio – destinato a diventare casa di campagna della famiglia, oggi sede di alcuni uffici della Fondazione Roffredo Caetani. La realizzazione del giardino fu guidata con grande sensibilità e sentimento, seguendo un indirizzo libero, senza una geometria prestabilita.

Negli anni Trenta Marguerite Chapin, moglie di Roffredo Caetani, introdusse nuove specie di arbusti e rose. Da grande mecenate qual era, aprì le porte della vicina dimora di famiglia al circolo di letterati e artisti legato ad alcune riviste letterarie da lei fondate. L’ultima erede fu Lelia, figlia di Marguerite e Roffredo. Pittrice raffinata e sensibile, curò in prima persona il giardino. Come in uno dei suoi quadri accostò piante e fiori di fogge e colori diversi, assecondando il naturale sviluppo delle piante, senza forzature e l’uso di sostanze inquinanti. Insieme alla madre introdusse numerose magnolie, pruni, rose rampicanti, e realizzò il rock garden, dando al giardino lo straordinario profilo che vediamo oggi. Cinque anni prima della sua morte, nel 1972 Lelia istituì la Fondazione Roffredo Caetani al fine di tutelare la memoria del Casato di famiglia, preservando al contempo il giardino di Ninfa e il castello di Sermoneta. Dal 1976, invece, il giardino è un’Oasi Affiliata WWF avente l’obiettivo di agevolare la sosta e la nidificazione dell’avifauna.

Oggi a Ninfa è possibile visitare un romantico giardino informale, dove la natura sembra aver preso possesso degli antichi ruderi. Avvolti da rigogliose piante di diversa provenienza, la doppia cinta muraria fornita di torrioni, le chiese dirute, il palazzo del Comune, e i ponticelli che attraversano il fiume mostrano ai visitatori la vita dell’antica città, la sua evoluzione e le attività commerciali che dovevano un tempo svolgersi. Il tutto all’interno di una suggestiva cornice frammista di storia e botanica che rende Ninfa un luogo unico, erede di un passato glorioso.

Eppure, non è solo la storia a rendere il Giardino di Ninfa così speciale, ma anche la sua eccezionale biodiversità. Grazie al peculiare microclima, infatti, il giardino ospita più di 1.300 specie arboree provenienti da tutto il mondo: si annoverano betulle siberiane, meli ornamentali, melograni nani e imponenti magnolie che verdeggiano al fianco di ciliegi, bambù e aceri giapponesi a foglia rossa. Non mancano platani, faggi, cedri, liquidambar e altri esemplari secolari, come il monumentale pioppo che con i suoi otto metri di circonferenza ed oltre trenta d’altezza svetta al centro del giardino. Curiosa è, poi, la presenza di piante esotiche come i banani e la gunnera manicata, una pianta tropicale d’origine sudamericana dalle foglie enormi, che ha trovato il suo habitat ideale lungo il fiume Ninfa, che scorre al centro del giardino.

Tra i fiori che tingono questo paesaggio bucolico spiccano glicini, iris palustri e rose rampicanti che sbocciano copiosamente in primavera, creando scorci di immortalabile bellezza. A Ninfa ogni stagione regala una sinfonia di colori: non solo quelli dei fiori, ma anche delle foglie, dei rami e dei tronchi che si fondono in una suggestiva armonia. Oltre ai colori, i profumi sontuosi di camelie e rose, l’aromatica lavanda che costeggia i viali e alcune resine odorose regalano un’esperienza sensoriale unica e avvolgente.

Il giardino, inoltre, ospita più di 100 specie di uccelli che, insieme a cigni e anatre presenti nei vari laghetti, contribuiscono a creare un’atmosfera fiabesca, la quale è stata fonte di ispirazione per numerosi artisti, scrittori e poeti, come la celebre Virginia Woolf, che ne rimase profondamente colpita.

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Il Giardino di Ninfa è una delle mete più affascinanti del Lazio, perfetta per una romantica gita fuori porta a circa un’ora dalla Capitale. Dopo aver trascorso una giornata in questo luogo incantevole, non c’è niente di meglio che fare ritorno a Roma e ricaricarsi in vista di nuove avventure. TriviHo – Luxury Hotel, situato nella centralissima via Barberini, cuore pulsante della Capitale, rappresenta il punto di partenza ideale per esplorare non solo le meraviglie di Roma, ma anche gemme nascoste nei suoi dintorni, come il Giardino di Ninfa.

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Il Giardino di Ninfa è situato nel territorio del comune di Cisterna di Latina, al confine con Norma e Sermoneta, e dista circa 65km dalla Capitale.

La soluzione più economica per spostarsi dal centro di Roma al Giardino di Ninfa è via treno o bus con un tempo di percorrenza di circa 2 ore. La soluzione più rapida, invece, è via auto, taxi o auto privata, arrivando a destinazione in un’ora circa.

Per preservare la sua straordinaria bellezza il Giardino di Ninfa è visitabile dalla primavera all’autunno, rimanendo chiuso durante l’inverno. È consigliabile, dunque, pianificare attentamente la visita, scegliendo il momento ideale per ammirare il giardino nel suo massimo splendore. La primavera è la stagione perfetta per vederne la fioritura rigogliosa, mentre in autunno il giardino si trasforma in un incanto di colori caldi e suggestivi.

Il Giardino di Ninfa è aperto al pubblico in specifiche giornate, generalmente durante i weekend. Le visite sono garantite anche in caso di pioggia, offrendo un’esperienza immersiva e totale.

L’accesso al Giardino è consentito esclusivamente tramite visite guidate della durata di circa un’ora, per permettere ai visitatori di apprezzarne appieno la storia e le meraviglie botaniche. L’ingresso è regolato per fasce orarie, con un massimo di 300 persone ammesse per turno, suddivise in piccoli gruppi. Per chi desidera portare il proprio cane, è possibile farlo a condizione che l’animale pesi meno di 5 kg e sia sempre tenuto al guinzaglio.

La prenotazione e il pagamento della visita possono essere effettuati comodamente tramite il servizio di biglietteria online. Il costo del biglietto è di circa 15 euro a persona.